Hai spesso sentito parlare di previdenza complementare, la trovi utile ma non hai un’idea specifica di ciò in cui consista e di come possa agevolarti? Proviamo a vederlo di seguito. La previdenza complementare, di cosa si tratta e come funziona? Innanzitutto devi sapere che i fondi pensionistici complementari, offerti ai lavoratori dall’ordinamento previdenziale italiano, permettono di ottenere un’integrazione delle prestazioni pensionistiche corrisposte obbligatoriamente dagli enti preposti. L’adesione a questa pratica è attivabile da te, in qualità di lavoratore, liberamente ed esclusivamente per sua volontà.
Questa forma di previdenza integrativa si affianca a quella solitamente prevista, fine rendere più sostenibile la spesa pubblica destinata alla pensione: infatti dagli anni novanta numerose pratiche legislative hanno inasprito i requisiti di accesso all’ambito pensionistico garantito dall’Inps, ma allo stesso tempo sono stati ridotti gli importi delle somme mensili concesse ai lavoratori. Dunque se ti sembra che la tua pensione non possa soddisfare il tuo tenore di vita, questa potrebbe essere una buona soluzione. Per favorire l’adesione allle previdenza complementare sono stati stanziati alcuni incentivi fiscali per agevolare coloro che decidono di adottare questa pratica pensionistica. Vediamo di seguito come è possibile procedere all’adesione alla previdenza complementare.
Come attivare la previdenza complementare?
Attivare efficacemente le pratiche di previdenza complementare è davvero molto semplice, basta destinare il proprio TFR al Fondo pensione complementare. Avrai la possibilità di svolgere questa scelta in sede di firma del contratto, se sarai un lavotatore assunto: potrai infatti visualizzare l’opzione nell’apposita sezione del contratto a te riservato. Tuttavia, esiste anche la posibilità di contribuire all’implementazione del proprio fondo pensionistico, finanziandolo anche attraverso il versamento di contributi sia a tuo carico, sia a carico del tuo datore di lavoro. A questo punto vediamo quali sono i fondi pensionistici complementari disponibili e tra essi quali siano più convenienti.
I migliori fondi complementari
Grazie ad un minimo di 5 anni di contribuzione potrai implementare numerose prestazioni pensionistiche che si aggirano dalla somma minima, pari ad una liquidazione, a quella massima che costituisce una sorta di rendita. Tuttavia, come è possibile giungere a godere di tali prestazioni, quali sono i fondi che lo permettono? Tra le soluzioni più note vi sono sicuramente i fondi pensione negoziali; detti anche chiusi, essi sono stati istituiti nell’ambito della contrattazione nazionale aziendale dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro. In questa tipologia rientrano i così detti fondi territoriali, ai quali potrai accedere grazie all’accordo tra i rappresentanti dei lavoratori e gli enti del territorio.
Previdenza Complementare
Invece, potrai accedere a fondi pensione aperti, grazie alle somme ad essi destinati da istituti bancari, aziende che si occupano di assicurazione, risparmio ed intermediazione mobiliare. Forse conoscerai anche i piani individuali pensionistici di tipo assicurativo, per i quali dovrai rivolgerti appunto alle imprese assicurative. I fondi pensione preesistenti sono stati invece i primi ad essere istituiti e potrai avvalertene secondo i canoni fissati da determinate leggi. Una volta che avrai effettuato l’adesione a tali fondi, dovrai preoccuparti anche della tassazione che verrà loro applicata, vediamo dunque in quale somma essa potrà consistere.
La tassazione sui fondi complementari
L’imposta sostituitiva alla quale sono soggetti i fondi pensionistici di previdenza complementare è pari all’11% dell’importo totale. Tuttavia, come detto precedentemente, esistono numerose agevolazioni fiscali per gli aderenti, che rendono l’adozione di tale pratica molto favorevole. In caso fossero necessarie anticipazioni finalizzate a spese sanitarie oppure al riscatto in caso di disoccupazione, mobilità, cassa integrazione guadagni, invalidità e decesso, la tassazione ad essa riservata è irrisoria e pari circa al 15% In aggiunta, dopo quindici anni, per ogni anno di partecipazione al fondo la tassazione subisce una riduzione del 0,30%. Inoltre, l’imposta non è relativa all’intera rendita, bensì solamente ai contributi dedotti dal lavoratore durante il periodo di partecipazione al fondo.